Basilica inferiore di San Francesco, Assisi

Maestro di San Francesco

Con la denominazione di Maestro di San Francesco è indicato un pittore italiano di scuola umbra, ma di formazione giuntesca, attivo in Umbria tra il 1260 e il 1280, autore di alcuni dipinti caratterizzati da modi vivacemente espressivi e talvolta venati di accentuato patetismo. Il nome gli deriva da una tavola raffigurante un San Francesco e due angeli oggi conservata nel Museo della Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi.

Fu il primo pittore ingaggiato nella Basilica di San Francesco, dove realizzò intorno al 1255-1260 nella navata della Basilica inferiore due cicli di affreschi raffiguranti Storie della vita di San Francesco e Storie della Passione di Cristo, purtroppo ampiamente danneggiate dall’apertura delle cappelle laterali.
Per la Basilica superiore disegnò i cartoni delle vetrate (1270 circa).

Stilisticamente mostra la derivazione dai modi di Giunta Pisano, probabile suo maestro, dal quale riprese la finezza compositiva, esasperata però da accentuazione espressive che sono state definite addirittura “teatrali”. Riferimenti classici vennero filtrati dall’arte bizantina, in particolare dalla sua evoluzione più moderna per l’epoca, il neoellenismo.
Fu tra i maestri che influenzarono lo stile di Cimabue.
Ha realizzato la Predica agli Uccelli, nella Basilica Inferiore, risalente al 1255 ca.

Basilica superiore di San Francesco, Assisi

Giotto

Giotto è il protagonista del nuovo ciclo, nella parte inferiore della navata, iniziato subito dopo il 1296 per l’iniziativa spregiudicatamente moderna del nuovo Generale dei Francescani. Già esistevano, nella basilica inferiore, affreschi delle storie di San Francesco: il fatto nuovo è che la serie giottesca non ha carattere biografico né agiografico ma, pur rispettando le fonti storiche, concettuale e dimostrativo. Lo scopo è delineare in senso storico e non leggendario o poetico, la figura del Santo “moderno”, creatore di un movimento in trionfale espansione, la cui forza è impulso al rinnovamento della Chiesa.

La figura che spicca negli affreschi di Giotto non è certamente quella del “poverello” descritto da Tommaso da Celano o dell’asceta sofferente ritratto da Cimabue: è una persona piena di dignità e autorità morale i cui atti, prima che i miracoli, sono fatti memorabili, storici.

Tutti i riquadri […] hanno una costruzione prospettica; ma poiché è il fatto rappresentato che la determina, non è mai la stessa. Nella Predica agli uccelli la cubatura sintetica dello spazio vuoto è ottenuta opponendo semplicemente alla lieve curvatura dell’orizzonte la verticale appena inclinata del tronco e isolando nell’azzurro del cielo le masse compatte del fogliame degli alberi.

(Giulio Carlo Argan)

Basilica superiore di San Francesco, Assisi

Giotto

Giotto è il protagonista del nuovo ciclo, nella parte inferiore della navata, iniziato subito dopo il 1296 per l’iniziativa spregiudicatamente moderna del nuovo Generale dei Francescani. Già esistevano, nella basilica inferiore, affreschi delle storie di San Francesco: il fatto nuovo è che la serie giottesca non ha carattere biografico né agiografico ma, pur rispettando le fonti storiche, concettuale e dimostrativo. Lo scopo è delineare in senso storico e non leggendario o poetico, la figura del Santo “moderno”, creatore di un movimento in trionfale espansione, la cui forza è impulso al rinnovamento della Chiesa.

La figura che spicca negli affreschi di Giotto non è certamente quella del “poverello” descritto da Tommaso da Celano o dell’asceta sofferente ritratto da Cimabue: è una persona piena di dignità e autorità morale i cui atti, prima che i miracoli, sono fatti memorabili, storici.

Tutti i riquadri […] hanno una costruzione prospettica; ma poiché è il fatto rappresentato che la determina, non è mai la stessa. Nella Predica agli uccelli la cubatura sintetica dello spazio vuoto è ottenuta opponendo semplicemente alla lieve curvatura dell’orizzonte la verticale appena inclinata del tronco e isolando nell’azzurro del cielo le masse compatte del fogliame degli alberi.

(Giulio Carlo Argan)

Chiesa di San Francesco, Montefalco

Benozzo Gozzoli

La cappella maggiore della chiesa francescana di Montefalco fu decorata da Benozzo Gozzoli tra il 1450 e il 1452. Il ciclo di affreschi raffigura i più importanti episodi della vita di San Francesco, secondo un programma elaborato forse dallo stesso committente, fra’ Jacopo di Mattiolo.

La vicinanza di Montefalco ad Assisi, non impedì a questo ciclo di differenziarsi sensibilmente dalle Storie di San Francesco affrescate da Giotto. Benozzo le raffigurò su tre livelli cercando di adattare le pitture alla struttura dell’abside (alta e stretta), rappresentando spesso più eventi all’interno di uno stesso riquadro.

La Predica agli uccelli e la Benedizione di Montefalco, sono ambientati in un paesaggio reale raffigurato con minuzia di dettagli. A sinistra, a metà della montagna, è descritta Assisi con il suo castello e la possente Basilica. Francesco parla agli uccelli mentre con la mano indica il cielo facendo intendere che è ispirato in questo gesto da Dio Padre. Sulla destra è rappresentata Montefalco. Francesco, accompagnato dal suo discepolo, benedice quattro uomini in preghiera. L’episodio di questa benedizione si riferisce ad una tradizione locale e non è citato in nessuna leggenda della vita francescana.

(Museo Benozzo Gozzoli)