L'Edicola e la Pietra

L'EDICOLA DI PIANDARCA


Il Sentiero Storico termina a lato di una edicola fatta costruire nel 1926 da una famiglia di Cannara per grazia ricevuta.

L’Edicola di Piandarca (come è denominata) è stata realizzata nel Settecentenario della morte di San Francesco ad opera dello scultore cannarese Bruno Bini che vi lavorò insieme al pittore perugino Castore Vignaroli.

È una “piccola costruzione votiva in mattoni, circondata da querce e cipressi, che reca un dipinto raffigurante San Francesco attorniato da uccelli: il dipinto è protetto da una copertura piuttosto aggettante eseguita in legno. Tutt’intorno vi sono inserti decorativi di terracotta lavorata a rilievo. Dinanzi all’Edicola, su piedritto in mattoni, è la lastra dell’altare” (G. Sergiacomi).

La PietraLa meta dei fedeli

Lungo il Sentiero Storico percorso da San Francesco, vari documenti e testimonianze del primo Novecento attestano la presenza di una pietra posta a metà circa del percorso, sull’argine sinistro del torrente Formella, a ricordo dell’episodio della Predica di San Francesco agli uccelli.

A tal proposito, così scriveva nel 1910 uno dei massimi studiosi del francescanesimo del tempo, padre Nicola Cavanna O.F.M., nella sua opera “L’Umbria Francescana Illustrata” a p. 35: Uscendo da Cannara […], dopo circa 30 minuti di cammino si trova un ruscello fiancheggiato da campi e prati, i quali portano il vocabolo di Pian d’Arca. In quel luogo sino a pochi anni addietro si additava una pietra, sulla quale dicevasi che S. Francesco posò i piedi nel predicare agli uccelli, sparsi per quei campi fioriti…

Un altro autorevole commentatore dei Fioretti, Mariz Revelli, nell’opera “I Fioretti e il Cantico di frate sole”, così scriveva nel 1926 (nota 2, p. 74): A mezz’ora da Cannara, nella località Pian d’Arca, è una pietra che la tradizione identificò con quella su cui si sarebbe collocato il Poverello per predicare agli uccelli.

La pietra di cui parlano questi documenti oggi non esiste più: è stata oggetto di trafugamento nei trascorsi anni Cinquanta. Nonostante ciò, il luogo ha continuato ad essere meta di fedeli e di pellegrini. Negli anni Duemila, su iniziativa della Pro Loco di Cannara, è stata collocata un’altra pietra donata dalla famiglia Nazareno Carpenacci e scolpita dal prof. Sestilio Burattini dell’Accademia delle Belle Arti di Perugia e da Jelena Panjkovic, sua allieva.